Monthly Archives: Ottobre 2014

Nutrire la nostra libertà, rischiando

IMPEGNO CONTRO LA VIOLENZA

 

INTERVENTO PUBBLICATO INIZIALMENTE SUL SITO DELLA LIBRERIA DELLE DONNE DI MILANO – www.libreriadelledonne.it

 

 

Nutrire la nostra libertà, rischiando.

 

Claudio Vedovati (Maschile Plurale) e Sara Gandini (Libreria delle donne di Milano)


 

“Lo sguardo scivola lontano dalla relazione uomo/donna e si ferma ad analizzare la relazione uomo maltrattante/violenza.” (Marisa Guarneri)

 

A noi – un uomo e una donna figli del femminismo – interessa volgere lo sguardo verso la violenza maschile, perché vogliamo capire la radice di questa violenza, quella fisica, psicologica e simbolica. Sappiamo però che ha senso farlo solo tenendo ben salda la relazione con il sapere delle donne, con le pratiche dei centri anti violenza, e con le figure di autorità che troviamo in questi luoghi. Il sapere di queste donne viene prima di ogni altro sapere e disciplina. Questo è l’imprescindibile, perché sappiamo che il loro sguardo ci aiuta a mostrare le contraddizioni che fanno andare avanti.

 

E arriviamo al punto. Nella discussione che si è aperta, a partire dal convegno “La violenza maschile sulle donne. Fuori dall’emergenza” promosso da D.I.R.E, le Nove e Maschile Plurale, è emersa una posizione, ora molto di moda, che sostiene che il lavoro con gli uomini maltrattanti va considerato parte delle strategie di prevenzione e contrasto alla violenza sulle donne. Inoltre è emerso un desiderio femminile di occuparsi direttamente di uomini maltrattanti.

 

Prima di tutto ci chiediamo cosa anima questo desiderio di prendersi cura e dare ascolto al disagio maschile, anche laddove produce violenza. Sappiamo che le donne resistono per molto tempo in relazioni di violenza, anche senza denunciare, grazie al loro amore per la relazione, che regala senso alle loro vite. Questo ha a che fare con quel di più femminile che è “la capacità di essere due” – una predilezione storica, non predeterminata, legata alla dimensione misteriosa del corpo di lei – in cui risiede anche un aspetto problematico della differenza femminile (Clara Jourdan inL’enigma della donna maltrattata, da la rivista di Diotima Per amore del mondo).

 

 

Si parla della violenza

IMPEGNO CONTRO LA VIOLENZA

A proposito della discussione sui centri che lavorano con uomini autori di violenza.

di Stefano Ciccone

 

La violenza maschile contro le donne è troppo spesso strumentalizzata per politiche xenofobe o securitarie, per produrre “emergenze” di ordine pubblico a cui rispondere con interventi che non aggrediscono il nodo politico delle relazioni di potere tra i sessi e di un immaginario ad esse connesso. La pratica e lo sguardo del movimento delle donne da cui è nata in larga parte l’esperienza dei centri anti violenza ha rappresentato un’alternativa concreta a questa lettura producendo non solo azioni di sostegno concreto alle vittime ma producendo un sapere sul fenomeno le sue radici e le sue dinamiche. Maschile Plurale ha scelto di guardare alle radici culturali della violenza maschile contro le donne per farne un punto di partenza per un percorso politico maschile  di cambiamento. Abbiamo detto, insieme, che la violenza tra i sessi chiama in causa innanzitutto gli uomini, chiede una riflessione maschile su modelli di relazione, sessualità, sul confronto con la propria parzialità e i propri limiti.

Oltre la sollecitazione di un dibattito pubblico e di una presa di consapevolezza maschile si sono andate sviluppando da alcuni anni nel nostro paese iniziative che, con metodologie, approcci e impostazioni differenti, intervengono con gli uomini che abbiano agito violenza o potrebbero essere in procinto di farlo nell’ambito di dinamiche relazionali problematiche.

Di queste esperienze, e delle questioni che sollevano, si è occupato uno studio svolto da un gruppo di ricercatrici (“le Nove”) sfociato anche in un volume che raccoglie interventi di discussione con uomini e donne. Su questo tema si è svolto a Roma qualche tempo fa un incontro nazionale molto partecipato di analisi e di confronto, promosso da Le Nove, dalla rete dei centri antiviolenza DiRe e Maschile Plurale. In quella discussione e in interventi successivi – uno tra questi quello di Marisa Guarneri – sono emerse obiezioni e critiche. Amiche con cui ho un rapporto consolidato di stima, affetto e collaborazione politica hanno espresso dubbi o diffidenze di cui mi piacerebbe discutere. Provando innanzitutto a fare ordine, dal mio punto di vista, sui termini della discussione.